Approvata la direttiva UE che stabilisce il diritto alla riparazione dei beni.
Il Parlamento Europeo ha infatti approvato il testo definitivo della direttiva il 23 aprile 2024, poi approvato dal Consiglio il 30 maggio 2024.
Mancano solo gli ultimi step:
Viene sancito un nuovo diritto per i consumatori: il diritto a fare riparare i beni in modo più semplice, a vantaggio di una maggiore sostenibilità ambientale.
Lo Studio Legale Princivalle Apruzzi Danielli, che già aveva affrontato il tema con un precedente articolo a seguito degli ultimi sviluppi, sta analizzando l’effetto pratico di tale normativa per gli operatori delle vendite di determinate categorie di beni di consumo.
Fine principale della direttiva è la promozione e la facilitazione della riparazione dei beni di consumo, incentivando i consumatori a fare riparare il bene anche al di fuori della garanzia legale.
Il tutto parte dalla necessità di promuovere un consumo più sostenibile, agevolando la riparazione dei prodotti rispetto alla loro sostituzione, e quindi riducendo i rifiuti.
Non è infatti un caso che l’approvazione del testo definitivo della direttiva sia avvenuta quasi contestualmente all’adozione, da parte del Consiglio europeo, del Regolamento sulla Progettazione Ecocompatibile (Ecodesign for Sustainable Products Regulation), ad oggi in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea.
Tale Regolamento definisce in maniera aggiornata e strutturata i requisiti per la progettazione di beni nel rispetto dei tre principi fondamentali della durabilità, riparabilità e riutilizzabilità. Principi, questi ultimi, che costituivano gli obiettivi in parte già fissati nella Direttiva UE 2019/771 relativa a determinati aspetti dei contratti di vendita dei beni, al fine di favorire il mantenimento di un ciclo di vita dei prodotti che comprenda il riutilizzo, la riparazione e il ricondizionamento.
Ed è proprio il richiamo alla Direttiva UE 2019/771 a definire l’ambito di applicazione della direttiva in esame a favore dei consumatori. La direttiva sul “diritto alla riparazione” ha a oggetto qualsiasi bene mobile materiale autonomo nonché qualsiasi bene materiale che incorpora o è interconnesso con un contenuto digitale o un servizio digitale.
Dunque, interessati all’applicazione della direttiva sul “diritto alla riparazione” sono, per esempio, gli operatori esercenti nell’ambito della produzione e del commercio dei beni di elettronica di consumo, di elettrodomestici, di prodotti di telefonia e dell’erogazione di servizi di assistenza tecnica a questi accessori.
Quali le principali novità che verranno introdotte con l’entrata in vigore della direttiva del right to repair?
La direttiva impone l’obbligo in capo al fabbricante di riparare il bene, su richiesta del consumatore, agevolando allo stesso tempo il consumatore nella scelta dei servizi di riparazione da parte di altri riparatori.
Infatti, al fine di agevolare la scelta, è previsto un Modulo Europeo di informazioni sulla riparazione standard che verrà fornito gratuitamente da parte dei riparatori ai consumatori, recante le informazioni sul riparatore e sulle condizioni di riparazione, la natura del difetto e il tipo di riparazione proposta e relative tempistiche.
Tale obbligo di informativa è previsto in capo anche allo stesso fabbricante, all’importatore o al distributore, i quali saranno tenuti a mettere a disposizione le condizioni sui loro servizi di riparazione, tenuto conto dell’obbligo di riparazione a richiesta del consumatore previsto a loro carico ad eccezione del caso in cui la riparazione sia impossibile.
Dunque, il fabbricante non potrà più rifiutare la riparazione per motivi esclusivamente economici, così come non potrà rifiutare la riparazione per il solo fatto che precedentemente sia stata eseguita una riparazione da parte di altri riparatori.
L’obbligo di riparazione, quindi, viene imposto ai fabbricanti – dietro pagamento di un prezzo da parte del consumatore o a titolo gratuito – anche in riferimento a difetti che non sono causati dalla non conformità dei beni al contratto di vendita. Il tutto secondo condizioni chiare e ragionevoli al fine di non disincentivare la scelta del consumatore alla riparazione del bene.
Infine, tra le novità di maggiore interesse, la direttiva propone la modifica alla Direttiva UE 2019/771 in merito alle tutele al consumatore in caso di vizi e difetti di conformità, stabilendo l’estensione della responsabilità del venditore per un periodo di dodici mesi successivi alla riparazione avvenuta per rendere conforme il bene.
La normativa comunitaria sul “diritto alla riparazione” avrà importanti ripercussioni pratiche per tutti gli operatori del settore della vendita dei beni di consumo e della fornitura di servizi di assistenza tecnica.
Molti gli adeguamenti previsti nei confronti dei consumatori, altrettante le opportunità di business che ne possono derivare per gli operatori.
Saranno necessarie ulteriori e approfondite analisi e valutazioni a seguito della pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e quando verrà trattato il recepimento nell’ambito della normativa nazionale.
Lo Studio Legale Princivalle Apruzzi Danielli assiste costantemente gli operatori del settore per lo sviluppo di ogni adeguamento del proprio business tenendo in considerazione i prossimi sviluppi normativi nell’ambito del mercato interno.